welcome to MY BLOG

CUORE DI SEPPIA

Journal of poetry - ART - SPIRIT - LIFE



venerdì 27 settembre 2013

Tutte le strade portano a [Roma]?

Può darsi sia il tempo di cambiare di nuovo, di ripartire. Per un’avventura che chiama. Sono a Roma da qualche mese e la luce del sole che cala, o si è già dileguato, quando esco dall’ufficio mi piace. L’attesa della metro alla mattina, con la stessa canzone nelle cuffie e il pranzo nella borsa. La mia scrivania, la pausa caffè, il sorriso dei colleghi, le confidenze di un’amica. Mi hanno chiamato. Ho superato una serie di colloqui, ma non pensavo. Siamo rimasti in due e vorrebbero conoscermi. Così prendo un volo. Li raggiungo giovedì. Vedremo cosa sarà. Se un colpo di fulmine o no. Un nuovo paese, un'altra città. Ora, che sto bene anche qui. Che comincio a pensare ci sia un posto, piccolo piccolo, per me in Italia. Ricominciare e mettersi alla prova o prendersi il buono che c’è. Saprete presto come sarà andata. Magari stavolta resto a casa.


Photo by Quentin Shih

giovedì 19 settembre 2013

Anche se era un sogno.

Mi faccio scivolare Roma. La sveglia precoce, una notte scomposta, il caffellatte, ma caldo. Lo stesso treno preso di corsa. Trovando posto accanto a un vecchio con le mani peste e le caviglie di vetro. Una stanza qui a casa è rimasta vuota. L’ha presa una ragazza di Salerno, solo questo so. E mi basta. Di lei. Per ora. Settembre toglie il fiato. Settembre tutto riconduce a te. Non faccio che pensare. Che non ho detto una cosa. E poi mi manchi. Settembre toglie il fiato. Mi divora.

mercoledì 11 settembre 2013

QUARTA ORA DELLA NOTTE

Varrà comunque la pena introdurre un ulteriore elemento di riflessione che mi sta particolarmente, in questi tempi, caro e cioè: non potrebbero queste poesie anche chiamarsi "APPUNTI DI UNA FENOMENOLOGIA DELL'ABBANDONO?". Non potrebbero cioè costituire, nella loro secchezza e lapidarietà, ardenti reperti cerebrali della nostra comune situazione di abbandonati? Di abbandonati dalle cose, dal mondo, da noi stessi? Non potrebbero esprimere ANCHE la umana condizione di stare soli, sotto il sole, a dimostrare che siamo senz'ali. E che niente ci protegge dall'Amore?

P. V. Tondelli

lunedì 9 settembre 2013

In love.

Fra tutti i modi di produzione dell'amore, fra tutti gli agenti disseminatori del male sacro, certamente uno dei più efficaci è questo gran soffio di agitazione che a volte passa su di noi. Allora l'essere col quale in quel momento ci piace stare, il dado è tratto, sarà lui che ameremo. Non c'è neanche bisogno che finora ci sia piaciuto più di altri, e neppure altrettanto; bisogna solo che il nostro gusto per lui sia diventato esclusivo. E la condizione si è verificata quando — nel momento in cui è mancato — alla ricerca dei piaceri che ci dava il suo fascino si è sostituito improvvisamente in noi un bisogno ansioso, che ha per oggetto quel medesimo essere, un bisogno assurdo, che le leggi di questo mondo rendono impossibile da soddisfare e difficile da guarire, il bisogno insensato e doloroso di possederlo. 

Marcel Proust.
Photo by Ralph Morse - Hyde Park, London, 1944 


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...