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CUORE DI SEPPIA

Journal of poetry - ART - SPIRIT - LIFE



venerdì 31 dicembre 2010

[ Alla fine ] BUON PRINCIPIO


Così parto col buio.
Una serie infinita di tornanti innevati, curve a schiera, curve a gomito, curve di zucchero a velo, mi separa dalla città rovente.
Fa capolino una volpe, per caso.
Attraversa affannata alla vista dei fari.
Quattro zampe gelate. Quattro impronte di ghiaccio.
Ogni passo un cristallo stampato.
A quanto pare il silenzio.
Un filare di tronchi sbiancati che infilzano il cielo.
E sui rami le streghe.
A cantare. Stonate.
Il paese di pietra che dorme si raccoglie su a Santa Lucia.
Mille fiaccole incendiano l’aria.
E fiammelle di luce, e scintille a sonagli, e spari. Fuochi siderali.
Vedo le case.
Per un attimo appena.
La montagna.
Per una attimo ancora.
E le mani, le sento tremare.
Tagliate dal freddo.
Da questa eruzione.
Che è il mio pianto improvviso. Un’eccedenza del cuore.
Della vita (che bella che è). Della sera.
Un falò consuma i resti dell’anno che è stato.
Quello che viene principia a luccicare.
È già più che lanterna.
Audace.


In foto: Civitella Alfedèna (AQ), Fiaccolata di fine anno

sabato 25 dicembre 2010

È uno di quei giorni che... Natale!


Arriva sempre per caso la felicità.
In un biglietto di auguri che non ti aspettavi.
In un nuovo, dolcissimo, incontro.
Nella chiamata che ti raggiunge finalmente per un posto di lavoro.
Sono grata per tutto quello che ho adesso.
Per tutto quello che so non potrò mai avere.
Per le salite e le discese.
Dell’anima mia ballerina.
Grata per la scrittura.
Per le mie miserabili indecisioni, i miei pensieri corvini,
ogni euforia.
Grazie per aver condiviso con me tutto questo.
Se troverete sfide impervie nella vita, vi auguro la forza per poterle affrontare.

Buon Natale amici miei. Con tutto il mio cuore (di seppia).
Sara.

venerdì 17 dicembre 2010

RI-epilogo

Tempo di bilanci (e di rilanci).
2010 da sballo!! [appropriato il gergo Mocciano? Oddio, ho detto Mocciano. Questo non è appropriato].
Ho scrollato dalle spalle le macerie dell’anno precedente. Qualcuna l’ho portata con me. In Svezia. Ne ho fatto un muro su cui arrampicarmi quando volevo guardare in alto, più degli altri, fino a pensare di poter puntare al cielo, sfidata dal sole.
Di mezza estate. Di mezzanotte.
Ho incontrato Laura.
Ho capito quanto vorrei un’amica come lei anche qui.
Con qualcosa di luminoso nella testa, da inseguire, che mi stia sempre avanti, migliore di me, più forte di me, più divertente.
Ho avuto tempo per stare lontana da casa.
E non mi è mancato nulla. Ho scoperto che nessuna promessa vale un’amicizia nata per caso, e quanto questa sia più vera. So fare fotocopie fronte-retro, la torta di carote e sono imbattibile nel bruciare i biscotti.
Ho compiuto 26 anni. Visitato il museo di Pippi Calzelunghe. Distrutto un po’ di cose, ma sempre col sorriso. Sono tornata, lasciando parte di me indietro. Qualche amico se ne prenderà cura tra quelli rimasti. A loro penso continuamente. Ho lasciato che qualcuno si allontanasse. Che qualcuno mi cambiasse per sempre. Ho continuato a scrivere. Ricevuto sorprese a lunga scadenza. Presto porteranno frutto. E avrò tempo per abituarmi all’idea che (cacchio) sarò zia!
Nessuna di queste cose era sulla mia letterina l’anno scorso.
Babbo Natale non l’ha letta, ha fatto finta di dargli un’occhiata, poi sarà tornato alla sua birra ghiacciata.
E per fortuna che ci dà sotto con l’acol, mi viene da dire.
Ha fatto un casino, ma io me la sono spassata!
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